1907-1927
Nasce il 28 aprile 1907 a Essen, nella Ruhr. Trascorre linfanzia e la giovinezza a Jena, in Turingia, non lontano dalla città di Weimar.
Il padre lavora nella fabbrica della Zeiss, mentre la madre, che è giornalista, scrive per una testata socialdemocratica. A seguito dellinflazione causata dalla Prima Guerra Mondiale le risorse finanziarie della famiglia si riducono considerevolmente, impedendo per alcuni anni al giovane Hofmann di dedicarsi alla pittura, comera suo desiderio. Si iscrive quindi alla scuola di architettura di Stoccarda, dopo un periodo di apprendistato in cui acquisisce le nozioni pratiche sulla costruzione edilizia.
Verso la metà degli anni Venti incontra e frequenta assiduamente Walter Dexel, artista visivo multimediale che - dal 1916 al 1928 - è anche direttore del Kunstverein di Jena. La conoscenza di Dexel e il suo incoraggiamento sono determinanti per Hofmann, che indirizza definitivamente i suoi interessi verso le arti figurative.
Segue regolarmente le attività del Kunstverein, che per iniziativa del suo direttore era divenuto un importante centro di promozioni culturali. Infatti vi sono organizzate mostre, conferenze ed incontri con storici dellarte e con artisti delle diverse tendenze davanguardia: espressionisti, dadaisti ed esponenti del Bauhaus come Paul Klee, che viene qui invitato da Dexel, nel 1924, a tenere la sua famosa lezione sullarte moderna.
Hofmann viene introdotto da Dexel nellambiente del Bauhaus e si reca più volte a visitare lIstituto di Dessau.
1928
Termina gli studi di architettura alla Technische Hochschule di Stoccarda. Si iscrive al Bauhaus di Dessau dove il suo nome figura per la prima volta nellelenco degli allievi che seguono i corsi del semestre invernale.
Per tre anni, oltre ai corsi di Klee e Vasilij Kandinsky, segue quelli tenuti, sulle rispettive discipline, dagli altri insegnanti, tra cui Josef Albers, Oskar Schlemmer, Joost Schmidt, Hannes Meyer, Hinnerk Scheper.
Nellambito delle varie attività del Bauhaus collabora alla realizzazione di diversi progetti nella città di Dessau, come larredo (colore ed allestimento interno) del Palais Hilda, lelaborazione dei piani per la costruzione di una chiesa e lo studio cromatico per la Biblioteca Comunale. Partecipa allorganizzazione di esposizioni itineranti sulle attività del Bauhaus ed esegue progetti per le tappezzerie che vengono prodotte dallIstituto. Sperimenta varie tecniche con il mezzo fotografico, realizzando fotografie e fotocollage. Svolge una ricerca sul rapporto tra larchitettura moderna e il gotico, che illustra in una conferenza.
1930
Il 31 maggio, allinterno del Bauhaus, viene inaugurata una sua mostra personale comprendente dipinti, acquerelli e disegni. Partecipa alla mostra Gruppe junger Maler vom Bauhaus Dessau organizzata al Kunstverein di Jena dal 12 al 26 ottobre. In occasione dellapertura della mostra Hofmann tiene una conferenza dal titolo Die Malerei in unserer Zeit (Pittura nel nostro tempo).
1931
Nel mese di marzo tiene una mostra personale al Haus der Juryfreien di Berlino. Termina gli studi al Bauhaus dove si diploma il 9 luglio.
1932
Il Kunstverein di Erfurt gli dedica una mostra personale.
Nel corso dellanno, nella città di Jena vengono ordinate altre due sue mostre personali, una al Kunstsalon Ziegler e laltra allo Jenaer Kunstverein. In questultima occasione, il 24 novembre, Hofmann tiene la conferenza dal titolo: Die geistige Situation der abstrakten Malerei (La situazione spirituale della pittura astratta).
Nella recensione di queste mostre apparsa il 18 dicembre 1932 su Die Weltkunst Hanna Stirnemann scrive:
[
] I suoi oli, acquerelli e disegni hanno una propria spiritualità e necessità. Larte astratta non è un dogma, ma una confessione. Riconosce le leggi delle forme e dei colori come primarie e le libera dalloggetto che, troppo a lungo, ha fatto credere di poter essere lunico elemento portante. Dimostra che la spiritualità nellopera darte non è identica al suo significato letterario, ma che sta, sostanzialmente, nella pura armonia di forme e colori. Le migliori opere darte di tutti i tempi possono essere assolutamente comprese ed apprezzate solo da questo punto di vista e non sotto laspetto iconografico che noi, spesso, non siamo neanche più in grado di interpretare [
].
Partecipa alla mostra Lebendige deutsche Kunst, organizzata a Berlino presso Cassirer und Flechthein.
1933
In seguito al definitivo avvento al potere del nazismo, Otto Hofmann fugge in Svizzera dove, a Zurigo, incontra Hans Arp ed altri esponenti del gruppo Dada zurighese.
Nel mese di marzo arriva in Francia e si stabilisce a Parigi in Rue Daguerre, nel quartiere di Montparnasse.
Frequenta il milieu artistico parigino dove conosce Fernand Léger, mentre ritrova, insieme a Kandinsky ed Arp, molti degli artisti a cui era legato in Germania e che, come lui, avevano scelto la capitale francese per sfuggire alla dittatura.
1934
Esegue una serie di collage, intitolati Nacht Collagen, da cui emergono chiaramente le matrici dada e costruttiviste. Questi lavori sono realizzati combinando insieme, sul fondo nero dei fogli, interventi grafici disegnati a mano, con immagini grafiche e fotografiche, una tecnica che, unita alla sua personale concezione estetica, gli permette di ottenere risultati di grande suggestione visiva.
Tiene una mostra personale alla Galerie Nierendorf di Berlino.
1935-1938
Ragioni familiari lo obbligano a tornare in Germania. Rientrato a Jena sposa, nel 1935, Hanna Stirnemann, direttrice dello Jenaer Stadtmuseum e amministratrice dello Jenaer Kunstverein e con lei si trasferisce a Berlino.
Mentre la dittatura nazista aggrava le condizioni di vita e di lavoro, Hofmann trova sostegno da parte dei mercanti darte Nierendorf e Moeller.
Lavora per la Manifattura di Stato della Porcellana di Berlino.
I nazisti gli notificano il divieto di dipingere, mentre i suoi quadri - acquistati precedentemente da numerosi musei come quelli delle città di Braunschweig, Hannover, Erfurt e Jena - sono confiscati in quanto arte degenerata.
A causa della promulgazione delle leggi razziali lincolumità di sua moglie, di origine ebraica, è sempre più in pericolo. La coppia è costretta a trasferirsi lontano da Berlino nel tentativo di attenuare il rischio di una denuncia.
Agli inizi del 1938 si ritira in Turingia, nel piccolo paese di Hainichen, vicino a Dornburg, una cittadina che dista solo una trentina di chilometri da Weimar, prima sede del Bauhaus. Dornburg vantava unantica tradizione nel campo della ceramica e per questa ragione era stata scelta per installarvi - in una dépendance del castello - gli atelier di ceramica del celebre Istituto.
Qui Hofmann ritrova Otto Lindig, un amico di vecchia data che era stato studente al Bauhaus di Weimar nei primi anni Venti divenendone in seguito direttore dellofficina di ceramica.
A partire dal 1930 Lindig aveva continuato a gestire in proprio, con grande successo, latelier di Dornburg. Hofmann inizia a lavorare con lui alla creazione ed alla produzione di oggetti in ceramica e la loro collaborazione si protrae fino allinizio della guerra.
1939-1946
Viene arruolato nelle truppe della Wehrmacht ed inviato dapprima in Francia, poi in Grecia ed infine in Russia dove, fatto prigioniero, viene tenuto fino al 1946.
In questi lunghi anni invia alla moglie e ad alcuni amici artisti, numerose lettere che illustra con disegni e acquerelli che rappresentano sia i luoghi di prigionia che i temi astratti più propriamente legati alla sua poetica:
[
] Questi piccoli lavori nacquero nei bunker e nelle trincee di quel tempo, durante le pause di quel terribile massacro, come comunicazioni e parti integranti delle lettere indirizzate a mia moglie Johanna e ad alcuni amici, a prova che io, pacifista ed oppositore del Nazismo, non ero ancora, nonostante tutto, uscito di senno. Per me come pittore queste lettere e questi disegni costituirono come una sorta di scrittura segreta che è testimonianza della mia intima estraneità alla guerra e che in quei quattro anni mostrò che per me non esisteva alcun nemico che fosse necessario annientare [...] [Otto Hofmann, Lettera a Giovanni Battista Martini e Alberto Ronchetti, settembre 1995, pubblicata in Otto Hofmann. Russia, acquarelli e disegni 1941-1945, Genova, Galleria Martini & Ronchetti/Milano, Studio Reggiani, 1996, pp. 9-11].
1946
Liberato dalla prigionia (nel mese di agosto), ritorna in Turingia, a Rudolstadt. Riprende la sua attività pittorica e grazie alla sua esperienza di disegnatore e di architetto lavora, insieme alla moglie, alla salvaguardia e alla conservazione del patrimonio artistico ed architettonico della Regione.
Nel corso dellanno vengono organizzate le sue prime mostre personali dopo la liberazione: alla Galerie Gerd Rosen di Berlino e allAngermuseum di Erfurt.
1947
Nel mese di marzo la Galerie Gerd Rosen gli dedica una seconda personale, presentata in catalogo da Hans Thiemann, in cui espone quarantatre opere tra oli, acquerelli e disegni.
Nel corso dellanno tiene una mostra personale alla Galerie Otto Ralfs a Braunschweig.
1948
A Rudolstadt edita in proprio, in dieci esemplari, il suo primo portfolio, intitolato Variationen, contenente sei xilografie di piccolo formato in bianco e nero, tre delle quali colorate a mano.
LAngermuseum di Erfurt gli dedica una seconda personale. Nel mese di novembre tiene la sua terza esposizione personale alla Galerie Rosen di Berlino che pubblica un portfolio in settanta esemplari contenente dieci litografie a colori, con la prefazione di Roland Schacht.
1949
Realizza un secondo portfolio composto da sei xilografie dal titolo Von einer Insel che ancora una volta edita in proprio.
La Galerie Otto Ralfs di Braunschweig gli dedica unaltra mostra personale.
1950
Crescenti divergenze di ordine politico con la classe dirigente, conseguenti a nuove limitazioni alla sua attività artistica, costringono Hofmann a lasciare precipitosamente - assieme alla moglie - la Germania Orientale, abbandonandovi ogni avere e la quasi totalità delle sue opere.
Si stabilisce a Berlino Ovest dove apre un suo atelier. A partire da questo momento e nel corso del 1951 realizza un importante nucleo di opere su carta che costiuiscono al pari delle lettere dalla Russia un capitolo a parte allinterno del suo ciclo creativo. In questi lavori lartista sembra riassumere tutto il suo alfabeto formale fino ad ora elaborato, con alcune intuizioni che approfondirà negli anni successivi nella realizzazione di alcuni dipinti. La tecnica usata per queste opere su carta scelta per Hofmann inusuale - è il carboncino, accompagnato spesso da pastelli colorati, tempera o acquarello. Luso di questi mezzi non permette ripensamenti nella definizione del segno: lartista dimostra così unassoluta padronanza e una mano sicura nel tracciare con linee incancellabili forme assolutamente inedite e riassuntive della sua poetica passata e futura, rendendo queste opere emblematiche della sua piena maturità artistica. Se il termine Espressionismo astratto non fosse stato coniato per ben altra esperienza artistica, il termine risulterebbe estremamente appropiato per definirle.
Duramente provato dallesperienza di una tranche de vie caratterizzata dalle difficoltà e dalle sofferenze quale era stata quella della guerra prima e della divisione della Germania alla fine del conflitto poi, Hofmann, a questo punto della sua vita, reinventa totalmente il suo vocabolario di forme astratte, di segni, di sfumature e di colori. Allormai consolidato repertorio formale ereditato dagli insegnamenti del Bauhaus e alla magia di alcune intuizioni spaziali vicine ad una percezione dello spazio metafisico e favolistico di alcuni dipinti degli anni Trenta, lartista ora aggiunge una serie di variazioni e invenzioni basate sul lessico formale dellarte astratto-concreta. Questa ispirazione però si discosta per originalità dalle coeve esperienze di molti artisti europei, per i quali la ricerca sulla definizione della realtà creativa astratto-concreta lasciata in sospeso allinzio della guerra, si riproponeva adesso con modalità in alcuni casi irrigidite. Questi suoi lavori confluiranno quindi a ragion veduta, nel 1952, nella mostra di Réalités Nouvelles, rassegna fondata da Frédo Sidès nel 1939 e che, riprendendo vita nel 1946, annovera nel proprio comitato direttivo diversi artisti, tra cui Arp, Félix Del Marle, Sonia Delaunay, Jean Dewasne, Albert Gleizes, Jean Gorin, Auguste Herbin e Anton Pevsner.
Prende parte, a Berlino, alla mostra 22 Berliner Bauhäusler, rassegna che presenta lavori di artisti berlinesi che, nel corso degli anni, sono stati studenti o insegnanti al Bauhaus e che operano nelle diverse discipline artistiche. Lesposizione, che viene presentata in catalogo da Hubert Hoffmann, vede la partecipazione di Otto Lindig con le sue ceramiche, di Wilhelm Wagenfeld con le sue celebri creazioni in vetro, degli architetti Eduard Ludwig, Fritz Pfeil, Hubert Hoffmann, Gerhard Weber, Herbert Hirche, e dei pittori Hannes Schmitt, Kurt Kranz, Scheper ed altri.
Esegue una pittura murale per la Bayer-Haus e la Galerie Gerd Rosen, per la quarta volta, gli dedica una mostra personale.
1951
Tiene unesposizione personale al Märkisches Museum di Witten ed è presente in diverse esposizioni di gruppo.
1952
Partecipa al settimo Salon des Réalitès Nouvelles di Parigi e una sua opera viene riprodotta sul catalogo della rassegna.
Tiene una mostra personale che si apre il 9 settembre alla Galerie Schüler di Berlino, dove presenta diciannove dipinti ad olio e dieci gouaches.
1953 - 1965
Vive e lavora a Parigi dove frequenta numerosi artisti tra cui Alberto Magnelli, Michel Seuphor e Alberto Giacometti. Con questultimo divide limmobile di Rue Hippolyte dove entrambi hanno il proprio studio.
In questo periodo compie lunghi soggiorni a Bruxelles, in Svizzera ed a Cagnes, nel sud della Francia.
Nel corso degli anni Cinquanta esegue un vasto numero di bozzetti per papiers peints che vengono prodotti per la maggior parte negli Stati Uniti. Queste realizzazioni sono emblematiche del processo di semplificazione e di sintesi che Hofmann compie - partendo dal suo complesso linguaggio poetico - per arrivare a disegnare forme riproducibili industrialmente, destinate a raggiungere un pubblico molto più vasto pur lasciando inalterato il messaggio culturale ed estetico del suo segno.
Nel 1953 ottiene il Premio Città di Berlino e scrive la sceneggiatura di un film astratto in tredici parti.
In questi anni partecipa a numerose mostre di gruppo in Germania, Francia, Olanda e Stati Uniti tra cui Duitse Kunst na 1945 allo Stedelijk Museum di Amsterdam, Berliner Neue Gruppe alla Staatliche Kunsthalle di Baden-Baden nel 1954 e Moderne Kunst aus Wiesbadener Privatbesitz allo Städtischen Museum di Wiesbaden nel 1957, un'esposizione progettata da Walter Höllein dove le sue opere figurano accanto a quelle di Willi Baumeister, Max Beckmann, Georges Braque, Marc Chagall, Max Ernst, Lyonel Feininger, Giacometti, Georg Grosz, Alexej Jawlensky, Kandinsky, Klee, August Macke, Henri Matisse, Ernst Wilhelm Nay, Pablo Picasso, Schlemmer ed altri maestri.
Nel corso del 1955 tiene due mostre personali: la prima, in febbraio, alla Galerie Arnaud di Parigi; la seconda, in settembre, alla Galerie Schüler di Berlino, dove espone diciotto dipinti recenti, acquerelli e disegni, con una prefazione in catalogo di Herta Wescher.
Dai primi anni Sessanta alterna lattività di pittore a quella di designer. Progetta e realizza diversi oggetti in ceramica e porcellana per la manifattura Hutschenreuther, mentre disegna le decorazioni per molte delle creazioni in porcellana prodotte dalla Rosenthal.
1966-1975
Viene chiamato come docente alla Hochschule für Bildende Kunst di Berlino dove insegna per undici anni.
In questo periodo, oltre a partecipare a diverse mostre di gruppo, gli vengono dedicate diverse esposizioni personali dalle istituzioni pubbliche e dalle gallerie private berlinesi come la Galerie 6, nel maggio 1967, dove è presentato in catalogo da Eberhard Roters; il Neuer Berliner Kunstverein, nellottobre 1971, che per loccasione pubblica - sul quaderno n. 3 della serie Berliner Künstler der Gegenwart, a lui interamente dedicato - un ampio testo critico di Helmut Börsch-Supan; la Parkgalerie, nel 1971 e nel 1973; la Graphotek, nel 1975, dove vengono esposti trentatre acquerelli recenti.
In questo stesso anno, in Barwaldstrasse, esegue una pittura murale nellAula Magna della Scuola.
1976-1996
A partire da questanno Otto Hofmann vive e lavora principalmente in Italia, dove un piccolo e caratteristico borgo della Liguria diviene la sua residenza preferita.
Istituzioni pubbliche e gallerie private si interessano in maniera crescente al suo lavoro ed organizzano rassegne sempre più complete delle sue opere.
Così, nel gennaio 1978 la Galerie Meyer-Ellinger di Francoforte organizza unantologica comprendente opere dal 1939 al 1978, come pure la Galerie Döbele che, nel 1986, gli dedica una vasta mostra nelle sue sedi di Ravensburg e di Stoccarda, pubblicando per loccasione una monografia a cura di Hermann Wiesler.
Nel 1987 il Kunsthaus am Museum di Colonia apre una mostra personale comprendente dipinti, acquerelli e serigrafie e ancora, nel 1991, è lo Stadmuseum di Jena a dedicargli una personale.
Nel corso del 1993 il Goethe-Institut di Bruxelles e lAngermuseum di Erfurt aprono rispettivamente, nei mesi di gennaio e di aprile, unantologica del suo lavoro comprendente opere dal 1947 al 1989 e per loccasione viene edito un catalogo bilingue con testi di Dietrich Sturm, Christine Gaspar, Frank Nolde e Jacques Aron. Nel novembre dello stesso anno, promossa dal Goethe-Institut Genua, si tiene una mostra antologica presso la Galleria Martini & Ronchetti di Genova dal titolo, Otto Hofmann, dal Bauhaus ad oggi. 65 Anni di creazione 1928-1993, corredata da un catalogo con testi di Josef Gerighausen, Herta Wescher, Hermann Wiesler e con la prima traduzione italiana della conferenza che Hofmann tenne a Jena nel 1932. La mostra prosegue, nel 1994, per il Goethe Institut di Palermo e per la Galleria Giulia di Roma.
Una nuova mostra personale, dedicata agli acquerelli realizzati durante la guerra e la prigionia in Russia, gli viene dedicata dalla Galleria Martini & Ronchetti di Genova nel maggio del 1996 e, contemporaneamente, dallo Studio Reggiani di Milano. Nelloccasione, viene pubblicato un catalogo con una lettera inedita dellartista che rievoca la tragica esperienza bellica e un testo di presentazione di Attilio Sartori. La mostra viene ospitata lanno successivo a Piacenza, presso la Galleria Galliata, e a Roma, alla Galleria Il Segno.
Nel corso di questi ultimi anni, anche a seguito del sempre maggiore interesse della critica e del pubblico internazionale per lesperienza del Bauhaus e per i suoi esponenti, sono state dedicate ad Otto Hofmann numerose altre mostre personali in diversi Paesi europei, come pure numerose sono state le sue partecipazioni a mostre di gruppo che hanno permesso una migliore e più approfondita lettura sia del suo ruolo, sia del suo linguaggio artistico e pittorico così emblematico di una ben determinata poetica dellastrazione.
Otto Hofmann muore a ottantanove anni a Pompeiana, in Liguria, il 23 luglio 1996.