Periodo: 24 aprile – 30 giugno 2010
Orario: dal martedì al sabato ore 16.00 - 19.30 . Mattino su appuntamento.
Inaugurazione: vevenerdì 23 aprile alle ore 18,00 - Galleria Martini & Ronchetti, Via Roma 9, Genova
È con una rassegna dedicata all'arte informale, che la galleria Martini & Ronchetti ricorda i suoi quarant'anni di attività, iniziata nel novembre 1969 con la denominazione "Pourquoi pas?", trasformata nel 1973 nella sigla attuale, dedicata in prevalenza a documentare le esperienze delle Avanguardie del XX Secolo, non soltanto con l'allestimento di mostre personali e tematiche, ma tramite la gestione di importanti archivi (fra cui quelli di Florence Henri e Cesar Domela) e le collaborazioni con influenti istituzioni museali.
Proprio con un'esposizione dedicata all'informale americano, "New York - San Francisco. 15 pittori dell'Action Painting", veniva infatti inaugurata il 20 ottobre 1973 l'attuale sede della galleria, al numero 9 di Via Roma. Ne fu curatore Michel Tapié, storico promotore della tendenza in Europa e teorico dell'"art autre", che nell'occasione tenne un'importante prolusione alla Terrazza Martini.
Allo stesso Tapié si deve, fra l'altro, l'invenzione del termine "informel", proposto nel titolo "Signifiants de l'informel" della mostra con cui, nel novembre 1951 allo Studio Facchetti di Parigi, veniva messo a fuoco il versante francese delle ricerche artistiche in atto in quel momento.
La mostra che verrà inaugurata il 23 aprile prossimo include una serie di opere che testimoniano l'ampiezza e la complessità del fenomeno dell'Informale, al centro della vicenda dell'arte fra gli anni '40 e '60, con estese diramazioni anche nei decenni successivi.
Gli aspetti legati all'espressività gestuale sono incisivamente presenti nei lavori di Emilio Vedova e di Kazuo Shiraga, membro del gruppo Gutai; i tratti più spiccatamente materici contraddistinguono invece i lavori di Toshimitsu Imai e un dipinto di Giulio Turcato; la dimensione segnica si manifesta appieno nell’opera di Emilio Scanavino e nelle carte di Georges Mathieu e ancora, dilatato, nelle bande incrociate di Hans Hartung. Una delicata cadenza lirica affiora negli acquerelli di Jean Fautrier, mentre il colore irrompe vivido ai margini degli acrilici di Sam Francis, unico in mostra fra gli artisti americani presenti nell'esposizione del 1973, e campeggia - teso fra gli estremi del rosso e del nero - in "Alle cinque della sera", importante tela realizzata nel 1957 da Toti Scialoja.
Dipinti di Asger Jorn, Piero Simondo, Pinot Gallizio e Soshana aprono una finestra sulle attività del Bauhaus immaginista e del Laboratorio sperimentale di Alba, cui si è legata anche - per un certo periodo - l'attività di Franco Garelli, uno degli autori rappresentati dalla Galleria, presente in questa occasione con una tela dal forte impatto visivo.
Un'ideale momento conclusivo della mostra, visitabile sino al 30 giungo, può essere individuato nel "concetto spaziale” di Lucio Fontana che, pur intimamente legato alla dimensione del gesto, traguarda già oltre l'Informel, attraversando - con l'atto di lacerare la carta - lo schermo della rappresentazione fino a toccare uno spazio insieme reale e cosmico.