PINOT GALLIZIO

Oggetti e spazi per un mondo peggiore

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Periodo: dal 20 aprile al 31 maggio 2002

Orario: dal martedì al sabato ore 16.00 - 19.30 . Mattino su appuntamento.

Inaugurazione: sabato 20 aprile 2002, ore 18.00

Di Pinot Gallizio (1902-1964) si celebra quest’anno il centenario della nascita, avvenuta il 12 febbraio 1902, e in questa occasione la Galleria Martini & Ronchetti – che già in passato, nel 1975 e nel 1988, gli aveva dedicato due mostre personali, – desidera rendergli omaggio con l’allestimento nella propria sede di una terza esposizione.

A questo scopo, in accordo e con la collaborazione dell’Archivio Gallizio, sono stati scelti venti dipinti fra i più significativi del ciclo “Oggetti e spazi per un mondo peggiore” : realizzati in pittura ad olio, resine e tecniche miste su tela e su carta essi permettono di mettere a fuoco un aspetto della ricerca dell’artista e bene rappresentano la sua attività negli ultimi due anni di vita e che, come scrive Carla Lonzi nel 1963, rappresentano ” un sogno visionario di un plasma che sopravvive come dato ultimo di bellezza e di energia”.

Il centenario galliziano coincide significativamente con l’uscita del Catalogo generale delle opere di Pinot Gallizio a cura di Maria Teresa Roberto con Giorgina Bertolino e Francesca Comisso edito da Mazzotta Editore, Milano, grazie al sostegno della Fondazione Ferrero di Alba.

In concomitanza con la mostra il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce promuove, nella sua sede, una giornata di studio e di incontro con l’opera di Pinot Gallizio che si svolgerà il 20 aprile a partire dalle ore 10,30 . In programma interventi delle curatrici del Catalogo Generale, di Sandra Solimano, Vicedirettrice del Museo di Villa Croce, di Sandro Ricaldone, critico d’arte e di Cesare Viel, artista, sul tema: Pinot Gallizio dal détournement delle tecniche all’inflazione della pittura. Spunti e riflessioni dal catalogo generale e la proiezione del lungometraggio: dérive Gallizio, prodotto da Monica Repetto e dalla Fondazione Ferrero.

Per ulteriori informazioni e/o richieste di materiale iconografico si prega di telefonare al n° 010586962 o mandare un email: info@martini-ronchetti.com


Note biografiche

Pinot Gallizio (Alba, 1902-1964) è stato uno dei protagonisti della vicenda artistica europea tra anni ’50 e ’60. Chimico, farmacista, studioso di archeologia, di etnologia, di geologia, partigiano e, dopo la Liberazione, consigliere comunale ad Alba - la sua città - Pinot Gallizio giunge tardi alla pittura, trasferendovi l’intensità e le tensioni che caratterizzano tutto il suo percorso esistenziale.

Rilevante è il suo incontro nel 1955 con l’artista danese Asger Jorn, con il quale lo stesso anno ad Alba fonda, insieme a Piero Simondo, il Laboratorio Sperimentale del Movimento Internazionale per una Bauhaus Immaginista. Sede di ricerca artistica ed elaborazione teorica, il Laboratorio di Alba è anche il luogo in cui convergono artisti provenienti da tutta Europa. Tra questi Guy Debord, Michèle Bernstein, Ralph Rumney, Constant, con i quali Gallizio fonda nel 1957 l’Internazionale Situazionista, cui contribuisce con la teoria e la pratica della pittura industriale.

Realizzata su lunghi rotoli destinati ad essere tagliati e venduti al metro - esposti per la prima volta nel 1958 alla Galleria Notizie di Torino -, la pittura industriale si rivelò strumento capace di infliggere, come scrisse Michèle Bernstein, “ il colpo di grazia alle piccole glorie del cavalletto ”. Con la Caverna dell’antimateria, allestita alla Galerie Drouin di Parigi nel 1959, Gallizio utilizzò la pittura industriale per dar vita a un ambiente avvolgente e polisensoriale.

Dopo l'allontanamento dal gruppo situazionista, avvenuto nel corso del 1960, l'artista elaborò nuovi tragitti segnici da lui stesso definiti “psicogeometrici ”, e diede voce nei suoi quadri alla vocazione favolistica e narrativa presente nei cicli La Gibigianna e La Storia di Ipotenusa. Il tema del segno, esplorato in chiave materica e gestuale, ma con una sensibilità rinnovata dalla conoscenza della cultura Zen, è tra il 1962 e il 1963 alla base del vasto ciclo delle Notti di cristallo e delle serie Oggetti e spazi per un mondo peggiore e Fabbriche del vento.

L'ultima stagione coincide con una nuova fase di ricerca, pienamente in linea con i mutati orizzonti delle esperienze artistiche internazionali. Ne sono espressione i neri quadri-oggetto del 1963-1964, così come l'opera-installazione Anticamera della morte, anch'essa dominata dal nero, che riassume e suggella l'intero arco dell'esperienza artistica ed esistenziale di Gallizio.

Dopo la personale del 1960 allo Stedelijk Museum di Amsterdam, la sala che la Biennale di Venezia gli dedicò nel 1964 valse come riconoscimento del rilievo internazionale della sua opera.

A partire dalla mostra del 1974 presso la Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino, organizzata nel decennale della morte, sue opere sono state presenti, specie nell'ultimo decennio, in importanti rassegne espositive in Italia e all'estero.